Una ventina di anni fa, un amico insegnante preoccupato per come si stessero mettendo, in quel momento, le cose nel mondo della scuola, mi disse che, secondo lui, ero “fortunato” perché, per il tipo di lavoro che facevo e per le mie caratteristiche, non avrei avuto particolari problemi per il futuro…
Allora, rimasi un po’ perplesso per la sua affermazione e cercai di capire meglio cosa mi volesse dire.
La sua paura era basata principalmente sul fatto che le sue competenze fossero quasi tutte concentrate nell’insegnamento per cui, se gli avessero tolto quel tipo di impiego, non avrebbe avuto speranze; viceversa, nel mio caso, siccome era abituato da una ventina d’anni a cimentarmi in diverse attività, una crisi di settore o la mancanza di lavoro e di clienti non sarebbero stati per me un problema.
Oggi questo ricordo mi sovviene sempre più spesso, con strana insistenza a causa, sicuramente, di quello che sta succedendo nel sistema economico italiano ed anche, per certe nazioni, europeo.
Probabilmente gli avvisi provenienti da chi ci governa, che già da alcuni anni predica la “flessibilità” nel mercato del lavoro, avrebbe dovuto metterci in allerta, ci saremmo dovuti rendere conto che la sicurezza non è più tale e che anche il posto pubblico non è più sicuro, e la paura del mio amico insegnante oggi si sta materializzando, per cui incomincio a immaginare gli scenari successivi.
Non è facile, non riesco a capire come si possa re-inventare chi ha passato vent’anni o più dietro una cattedra davanti ad una ventina di “vasi vuoti” da riempire; non riesco a pensare come possa reggere un solo giorno senza la certezza di uno stipendio, chi ha avuto sempre il bonifico in quel giorno di ogni mese di ogni anno; non riesco a immaginare, soprattutto, una società che non possa più garantire, come già fa ora, un futuro dignitoso alla parte che coltiva la cultura, che forma, che educa e sensibilizza la società futura; né accetto che quest’ultima debba sempre e comunque pagare le colpe dei padri…
Mi capita spesso che mi si chieda come si possa lavorare senza certezze: non lo so, ormai da anni lavoro senza avere certezze, ci sono abituato! Io!